6 TRADIZIONALI CONDIMENTI PER INSALATE DI VERDURE FRESCHE E MISTE

Condimenti per insalate di verdure fresche e miste

Tradizionalmente il termine insalata fa generico riferimento a piatti di vegetali, sia crudi che cotti, serviti con sale e altri condimenti. Il termine, infatti, deriva semplicemente dall’italiano arcaico insalare, cioè salare, aggiungere sale.
Nel tempo la gamma dei possibili ingredienti si è estesa a quasi tutto. Non solo tutti i possibili vegetali, ma anche cereali, frutta, pesci, carne e uova. Parallelamente sono anche diventati numerosi i condimenti per insalate di verdure fresche, oltre che lessate, stufate o ripassate

Tuttavia non si deve pensare che nel passato le insalate assomigliassero a quelle attuali. Le verdure sono sempre state considerate cibo da villani, da poveretti, e quelle crude in modo particolare. Si sono sempre mangiate, questo si, ma prevalentemente cotte.
Gli antichi romani, per esempio, consumavano lattuga in quantità, ma sempre sbollentata e condita con salse estremamente sapide oppure piccanti, oppure aspre o agrodolci. Per chi poteva permetterselo, verdure e ortaggi venivano condite con il garum, la celebre salsa a base di interiora di pesce, spezie e aromi. Altra salsa da insalate era il liquamen:  in pratica una salamoia concentrata di alici molto simile alla “colatura di alici” oggi prodotta sulla costiera amalfitana.


2000 anni di condimenti per insalate

C’erano poi numerosi altri condimenti per insalate, che in pratica ci hanno accompagnato fino alla prima metà del secolo scorso. A cominciare dall’agresto, il succo di uva acerba rimasto per un millennio tra i più usati. E poi l’aceto di vino, il mosto cotto, l’idromele (distillato a base di miele), e l’ossimele (aceto e miele). 
Come condimenti per insalate venivano largamente usati anche i grassi animali: midollo di bue, burro e soprattutto lardo e strutto fusi al calore.

Ovviamente non mancava l’olio. Ma non sempre di oliva, che a differenza di oggi non era disponibile ovunque o lo era di qualità discutibile. Per chi viveva in montagna l’olio, quando c’era, era spesso di noci, di nocciole o di vinaccioli.

In ogni caso – lo ripetiamo – trattandosi prevalentemente di verdure cotte, continuava ad essere molto diffuso l’uso di grassi animali. Ancora nel 1891, nel suo celebre ricettario, Pellegrino Artusi sconsiglia le insalate «per gli stomachi deboli». Testualmente dice: «Poche sono le insalate che posso indicarvi come salubri, ma nel caso vostro preferirei le seguenti…». E ne cita solo 8: tre di zucchine, tre di fagiolini, una di asparagi e una di bieta e radicchio. E queste 8 insalate sono tutte di verdure fritte o lessate e condite con grassi animali o con salsa di uova e grassi.


Principali condimenti per insalate di verdure fresche e miste

Oggi le cose sono ben diverse: le insalate sono apprezzate da tutti. Non solo! Sono anche diventate un segno di distinzione di alcuni esponenti (soprattutto signore) dell’alta società. I quali, evidentemente, ancora sentono la necessità di “far vedere” che mangiano per il dovere di farlo. E lo fanno così: piluccando, non certo perché hanno fame e tanto meno perché devono recuperare energie sprecate in lavori fisici.

Nel seguito riportiamo i 6  condimenti per insalate più tradizionali e più utilizzati.
Non vengono indicate le dosi, a parte i primi due condimenti, che comunque non sono dosi vere e proprie, quanto “rapporti tra parti di dosi”. Al massimo si possono dare dei consigli, ma qui più che altrove sono i gusti ad avere sempre ragione.


Citronette

Semplice condimento di olio e limone, la citronette è particolarmente indicata per verdure più delicate. Per esempio lattuga cappuccina, lattuga multifoglia (lattughino), valeriana, songino (valerianella), crescione eccetera.
Si usa generalmente in dosi di 3 a 1. Ovvero (esempio per circa 3 etti di insalata: per dosi maggiori ci si regola di conseguenza) 3 cucchiai colmi di olio e 1 colmo di succo limone . Il sale è a discrezione, ma è sempre meglio scarso che abbondante. In ogni caso, secondo le scuole di cucina, per i 300 g di insalata indicati si dovrebbero utilizzare circa 4 g di sale (mezzo cucchiaino).

Il modo migliore di preparare la citronette è di far sciogliere il sale mescolandolo nel succo di limone (il sale non si scioglie nell’olio!). Quindi si irrora l’insalata con il succo salato e si mescola delicatamente, ma bene. Infine si aggiunge l’olio a filo, continuando a mescolare.
Nota bene. Va detto che questo modo tradizionale di condire (valido e consigliato anche per il successivo e usatissimo condimento di olio e aceto) è criticato da molti chef stellati. I quali, non sempre a torto, ritengono che in questo modo nell’insalata ci saranno foglie più salate, altre più acide e altre più oliate. A loro avviso tutti i condimenti liquidi per insalate di verdure fresche dovrebbero sempre essere emulsionati, esattamente nel modo riportato sotto per la Vinaigrette.


Olio e aceto

È probabilmente il condimento più usato e si usa nelle stesse dosi indicate per la citronette: 3 parti di olio e 1 di aceto.  È particolarmente adatto per verdure dal sapore deciso (aromatiche o amarognole) di buona consistenza o croccanti. Per esempio: lattuga romana, indivia riccia, scarola, radicchio, cicoria comune, cicoria catalogna, rucola, tarassaco (dente di leone), spinacino, bietoline, portulaca, acetosella eccetera. Anche la preparazione è uguale alla citronette: si scioglie il sale nell’aceto, si condisce l’insalata, si mescola bene e poi si aggiunge l’olio continuando a mescolare.

Per condire insalate particolari l’aceto può anche essere non di vino (aceto di mele, di pere e di altra frutta) oppure aromatizzato con erbe aromatiche. A piacere si può aggiungere pepe, che tuttavia, per motivi estetici, deve essere bianco: il pepe nero sulle foglie è troppo simile a residui di terriccio!


Vinaigrette

È un condimento di origine francese, da molto tempo di uso comune anche in Italia. Tra i condimenti per insalate è probabilmente quello più flessibile, perché  oggettivamente ottimo per ogni tipo di verdura. Inoltre ha gli stessi ingredienti base del condimento più diffuso, ovvero il semplice olio e aceto. Dal quale, però, si differenzia per tre motivi.

Il primo, e fondamentale, è che, mentre il condimento olio e aceto viene mescolato, la vinaigrette viene emulsionata. Per farlo si può sbattere con decisione e a lungo (oltre un minuto) con una forchetta, ma il modo migliore è di usare una frusta. Ottimo anche il sistema di mettere gli ingredienti in una bottiglietta e poi agitare (shakerare) con decisione e a lungo. Non è che in questo modo l’aceto si misceli all’olio: olio e aceto non possono miscelarsi per ragioni fisiche. L’obiettivo è appunto di emulsionare i due ingredienti, cioè di ridurre l’aceto in minutissime particelle omogeneamente disperse nell’olio.

Inoltre, rispetto al condimento di olio e aceto,  la vinaigrette ha una maggiore percentuale di aceto, da cui il nome (vinaigre = aceto, in francese). La dose è di circa 2,5 parti di olio e 1,5 di aceto.

E per finire prevede la possibilità di incorporare altri ingredienti, che vanno sempre aggiunti prima di emulsionare. Per esempio erbe aromatiche tritate fini (prezzemolo, cerfoglio, basilico, erba cipollina, origano, timo, maggiorana) o altri aromi tritati finissimi (aglio, cipolla, scalogno, peperoncino eccetera). Anche l’aceto può essere di tipo aromatico oppure balsamico


Lardo e aceto

Un tempo lardo e aceto erano molto usati anche come condimenti per insalate di verdure fresche o sbollentate, sia nell’Italia settentrionale che in Europa. Ancora oggi sono però molti gli estimatori che apprezzano il contrasto tra la “dolce” untuosità del lardo e l’aspro dell’aceto.
È un condimento molto adatto per erbe amare, come le varie cicorie (tra le quali i radicchi in modo particolare), il tarassaco e i cavoli. Eccezionale l’insalata di verza o di cavolo cappuccio condita con lardo e aceto.

Si prepara rosolando in padella lardo bianco, che poi si versa tutto (parte rosolata e parte sciolta) sull’insalata, mescolando con cura. Quindi si bagna la padella con uno o due cucchiai di aceto di vino che viene usato per sciogliere (deglassare, per dirla come i veri cuochi) tutto l’unto rimasto, compreso l’eventuale bruciaticcio. Il liquido ottenuto si lascia stiepidire per un paio di minuti e si aggiunge sull’insalata mescolando e regolando di sale, se necessario.
Invece del grasso bianco, per questo condimento c’è chi apprezza la pancetta grassa.


Salsa di acciughe

Molto usata e apprezzata in passato, non solo tra i condimenti per insalate di verdure fresche, di questa salsa esistono innumerevoli versioni. Tutte basate sulle acciughe sotto sale, accuratamente lavate e diliscate. Per la verità vanno bene anche le alicette sottolio, che però hanno sentori di mare nettamente meno complessi.
È una salsa ottima con le insalate di pomodori, con quelle di cavoli, con le insalate di patate e con quelle ricche di formaggi. Ed è straordinaria con alcune cicorie, come i radicchi e la catalogna. Assolutamente da provare – per chi non la conoscesse – l’insalata di puntarelle alla romana in salsa di alici. Si tratta dei germogli della cicoria catalogna, di cui potete leggere qui la ricetta

La salsa più semplice (e delicata) si ottiene profumando di aglio (uno spicchio vestito) alcuni cucchiai di olio extravergine. Si fa su fuoco lentissimo e facendo attenzione a che l’olio non arrivi mai a friggere. Poi si elimina l’aglio e si aggiungono le acciughe pulite e diliscate, mescolando fino a farle sciogliere del tutto. E basta: al massimo un po’ di sale nel caso il sapido delle acciughe non fosse sufficiente.

Una salsa più forte e complessa si ottiene invece sostituendo l’aglio vestito con uno spicchio tritato o (meglio) spremuto. Si procede con l’olio e le acciughe come appena descritto, infine si aggiunge poco aceto di vino (oppure balsamico) e pepe. Facoltativo, per ingentilire, un po’ di burro o anche 2-3 pomodorini per diluire.


Salsa al formaggio

Anche di questa salsa ne esistono infinite declinazioni: praticamente una per ogni formaggio spalmabile. Quella più celebre è probabilmente la francese salsa al Roquefort: un pecorino erborinato dal sapore molto forte e sapido. Si mescola il Roquefort con aceto, olio extravergine e pepe: 1 cucchiaio di aceto e 3 di olio per 50 grammi di formaggio.
Allo stesso modo è possibile fare la salsa con il Gorgonzola, eventualmente sostituendo l’aceto di vino con poco aceto balsamico. Nella salsa al Gorgonzola è frequente l’aggiunta di noci tritate fini.

Se vi piace l’idea del Gorgonzola, è preferibile la varietà forte. Per meglio amalgamarla con olio e aceto lasciatela leggermente riscaldare vicino a una fonte di calore o per pochi secondi nel microonde.
Se invece si utilizzano formaggi più delicati (ricotte, caprini eccetera) è preferibile non mettere l’aceto e profumare con triti di aromi. La scelta è ampia: erba cipollina, maggiorana, menta, prezzemolo, basilico, pepe, buccia grattugiata di limone e altro.

Tra i condimenti per insalate di verdure fresche, le salse al formaggio non si prestano per quelle più delicate, tipo lattughine, valeriane e simili. Sono invece adatte per le verdure con foglie croccanti e amarognole, tipo cavoli, indivie e radicchi. E soprattutto per le insalate contenenti ingredienti diversi dalle verdure fresche: uova, tonno, pollo o pesce lesso, ortaggi vari e frutta secca o fresca.


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